Stefano Morasso

Uno stile innovativo e suggestivo visibile in lavori unici nel loro genere.

La Storia

Il Maestro Stefano Morasso nasce a Murano, isola nella laguna di Venezia, nel 1962. Inizia, giovanissimo, a sperimentare le sue capacità artigiane in una fornace dove si producono lampade, approdando poi nel laboratorio del padre Mino, da cui impara la lavorazione del vetro a lume.

Questo gli permette di esplorare le tecniche della lavorazione del vetro di Murano, portando alla luce il suo talento innato nell’unire toni differenti e nel creare forme moderne e uniche utilizzando tecniche antiche.

Le sue incredibili doti sono riconosciute da subito e le sue innovazioni adottate ed imitate in tutto il mondo. Lo stile suggestivo del Maestro è infatti ben visibile nei suoi lavori, unici nel suo genere.

Nel 1992 incontra la moglie Nicoletta ed insieme i due iniziano a lavorare verso una nuova direzione, che include viaggi oltreoceano che li portano fuori dall’Italia per 10 anni, fino al 2013.

Attualmente è possibile conoscere il Maestro (e vederlo all’opera) nel suo studio, dove lavora insieme alla moglie Nicoletta Viola, presso il meraviglioso chiostro all’interno del convento dei SS. Cosma e Damiano, nell’isola della Giudecca a Venezia.

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È il Maestro stesso a raccontare i momenti più significativi della sua vita

“Mia madre, Verilda De Polo, a quattordici anni iniziò a lavorare a lume nella famosa fabbrica Brussa di Murano. A diciott’anni incontra Mino Morasso, mio padre, anche lui di Murano che all’epoca lavorava in una fabbrica che produceva lampadari.

A vent’anni i miei si sposano e partono per la Germania dove una compagnia del gas, per promuoverne l’uso nelle abitazioni, organizzava la visione della lavorazione a lume del vetro di Murano.

Successivamente sono tornati a Murano ed hanno aperto una loro attività.

Ecco, io sono nato proprio con il vetro nelle vene e fin da piccolo ero affascinato dalle forme e dai colori che mio padre riusciva ad eseguire davanti ai miei occhi.

Dopo gli studi ho fatto un’esperienza in una fabbrica dove si producevano lampade, ma il tipo di lavoro non faceva per me, ho quindi lasciato conservando comunque un buon ricordo dei miei maestri e dei colleghi e soprattutto arricchito da quella esperienza.

Mi sono seduto accanto a mio padre con un mio cannello ed ho incominciato a fare quello che mi piaceva.

Da lui ho appreso ed ho condiviso in ore ed ore di lavoro fatto di tentativi, delusioni, ma anche di riuscita e di soddisfazione per le vittorie perché il vetro è un materiale difficile da lavorare soprattutto quando lo sforzi con lavorazioni mai eseguite fino ad allora.

Negli anni 80 ebbi una intuizione e cioè quella di riprodurre il lavoro della fornace nel mio laboratorio con il solo ausilio del mio cannello e fu così che incominciai a soffiare ed a produrre oggetti a lume che fino ad allora erano prerogativa della grande industria.

A trent’anni ho conosciuto mia moglie Nicoletta e con lei ho aperto un negozio a Venezia, ho fatto un figlio e ho viaggiato per il Mondo.

Siamo tornati in Italia nel 2011 e da allora ho aperto il mio studio alla Giudecca dove è possibile vedermi al lavoro soffiando calici, facendo perle o insegnando a mio figlio le mie tecniche di lavorazione.

Ecco come si trasmettono arti e mestieri antichi ed ecco come, ogni generazione, apporta, modifica e rinnova una lavorazione millenaria come quella del vetro di Murano.”